I luoghi della costa Ligure di levante

Indice

I luoghi della costa Ligure di levante: una panoramica

Introduzione

In questa pagina, introduco la costa compresa tra la periferia est di Genova e la foce del fiume Magra, dove la Liguria è ormai quasi finita e i monti davvero si affacciano al mare. Tranne qualche periodo, potrete camminare anche d’inverno senza grandi problemi; anzi, in certi versanti assolati sarà proprio la piena estate ad essere meno confortevole. Senza considerare che, in piena stagione turistica, che qui è più la primavera ed il primo autunno, che non l’estate, alcuni sentieri delle zone più popolari, come le Cinque Terre o il monte di Portofino, possono essere molto affollati da singoli e gruppi. Però, studiando bene il periodo e l’itinerario, potrete avere la soddisfazione di partire dal mare, salire ai monti e magari fare qualche rientro trionfale con il vostro zaino in spalla tra la gente che passeggia la domenica in qualche nota località balneare. In più, nel tratto tra Genova e le Cinque Terre, avrete l’opportunità, quasi unica, di combinare traversate tra i centri della costa, a diversa altezza ed usare il treno per il ritorno, o per spostarvi da un centro all’altro.

Costa ligure di levante: tra Genova e Moneglia

Nella costa ligure di levante le catene costiere delimitano verso mare le valli dei due sistemi idrici principali, che scorrono quasi parallelamente alla costa: il Lavagna e il Vara. Tra i due sistemi, le valli Sturla e Cichero si spingono più nell’interno, formando poi la foce dell’Entella, assieme al Lavagna e, ad est, al Graveglia; quest’ultimo torrente, da parte sua, forma una breve valle parallela alla costa che, alla sua testata, confina con l’alta valle di Vara. Vediamo quindi questo primo tratto, nella parte ovest della costa ligure di levante.

Tra Nervi e Recco

Vicino al passo della Scoffera parte, verso est, il crinale che delimita a sud la valle Fontanabuona. Dal nodo di monte Bado, verso ovest, un’altra dorsale segna il confine con la valle Bisagno, anche lei con andamento parallelo alla costa, fino a sfociare a Genova. Sul versante mare, alcune brevi valli terminano in alcuni centri periferici della città, come Nervi e Bogliasco. Il crinale, che dal nodo del Bado prosegue a sud, fino al mare, delimita ad ovest la valle di Sori, la cui testata già confina con l’alta valle Fontanabuona.
I sentieri che salgono in questo primo tratto corrono paralleli alla costa, o continuano verso lo spartiacque costiero. Inizia qui una della caratteristiche di tutta la costa ligure: tutti i centri della costa hanno uno, o anche più santuari sulla collina; alcuni sono ora raggiungibili anche in auto, altri no, e restano meta di escursioni o pellegrinaggi.
In questa zona avrete le prime sorprese: salendo lungo i crinali da Nervi, Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, a due passi dalla costa, in vista dell’autostrada, trovate valli terrazzate e con castagneti sui versanti in ombra, ambienti pastorali dall’aspetto arcaico con mulattiere, muri di delimitazione e rovine di edifici, arrivando fino ai monti Bado e Croce dei Fo’, quasi un ambiente di vera montagna; con viste sull’Antola, innevato d’inverno e sull’arco delle Alpi Marittime che, nei giorni chiari, potete vedere da tutta la costa di levante, ma qui sono più vicine.
Questo ambiente prosegue nella valle di Recco, delimitata ad est dal lungo crinale che continua, oltre il valico di Ruta, col monte di Portofino.
In questo primo tratto, potrete percorrere i sentieri a mezza costa, che collegano i centri salendo tra oliveti, o fare il giro delle testate delle valli, con escursioni più impegnative, in ambienti spesso solitari e suggestivi.

Vista di Bogliasco e del monte di Portofino, dal sentiero che corre lungo la costa

Il santuario di sant’Apollinare, sulla collina di Sori

L’ambiente suggestivo delle montagne tra Sori e monte Bado

Il monte di Portofino

Il monte di Portofino è un mondo escursionistico a sè. Tra Camogli, ad ovest, e  Santa Margherita Ligure, ad est, avrete sentieri un po’ per tutti i gusti. Più impervi, a volte impegnativi, nella parte ovest, più rilassanti verso Santa Margherita e Portofino; con, al centro, la meta turistica più famosa: San Fruttuoso. I centri principali di Camogli, Santa Margherita e lo stesso centro storico di Rapallo per quanto oppresso dalla estesa e brutta periferia, valgono una visita. Portofino potrà forse deludervi un po’, per l’atmosfera un po’ esclusiva ed i prezzi diciamo, da ricchi.
Alle spalle del monte di Portofino, il crinale costiero continua a girare attorno alla valle di Rapallo, dove assume le sue forme più impervie, tra i monti Bello, Manico del Lume e Pegge. Alcuni dei sentieri di questo tratto sono affascinanti e, allo stesso tempo, solitari e impegnativi.

Camogli, dal versante ovest del monte di Portofino

In discesa verso la baia e l’abbazia di san Fruttuoso

Il Tigullio, tra Rapallo e Sestri Levante

Raggiunto il santuario di Montallegro, dove arriva la funivia da Rapallo, il crinale diventa più ampio e boscoso, più accessibile, ma molto bello. Si avvicina molto al mare; le valli che scendono tra Rapallo, Zoagli e Chiavari sono quindi molto brevi, ma con begli itinerari di salita e di collegamento trasversale.
A Chiavari, dove non dovrete mancare il centro storico, il crinale costiero finisce; per ritrovarlo, dovete attraversare l’Entella, e ricominciare da Lavagna, dove entrate nella parte centrale della costa ligure di levante.
Da qui, potete risalire sulla dorsale che delimita a sud la val Graveglia; ancora tra terrazzi, oliveti, viste mare e poi ambienti improvvisamente ancora di montagna, fino al monte Capenardo, oppure andare a Sestri Levante tenendovi a mezza costa, percorrendo anche un tratto dell’antica via Aurelia romana.

I versanti scoscesi di monte Manico del Lume, da Montallegro

La bella vista dalla chiesa di santa Giulia, tra Lavagna e Sestri Levante

Tra Sestri Levante e Moneglia

Qui la morfologia diventa abbastanza complicata. La valle di Sestri è abbastanza poco definita. Al contrario, a monte di Sestri, si sviluppa nell’entroterra, verso ovest, la valle Petronio, che genera un altro crinale quasi parallelo alla costa. Tra Sestri e Riva Trigoso c’è però il promontorio di punta Manara, con molti bei sentieri, anche se un po’ rovinati dalla grande frequentazione.
Tra Riva Trigoso e Moneglia il crinale costiero è vicinissimo al mare, verso il quale scende con fianchi ripidi e coperti di macchia, con i due promontori di punta Baffe e punta Moneglia. Il monte Moneglia è la parte più alta di questo tratto, oltre il quale il crinale costiero coincide quasi con la strada Aurelia, fino al passo del Bracco.

In discesa da punta Manara a Sestri Levante

La costa verso est, fino a punta Mesco, da punta Baffe

Costa ligure di levante: tra Moneglia e La Spezia, con le Cinque Terre

Tra Moneglia e Levanto

Il crinale costiero aggira la valle di Moneglia, delimitata ad est dall’altra dorsale che scende dal monte San Nicolao e finisce al mare con punta Rospo, ai confini tra le province di Genova e La Spezia. In tutto questo tratto, il crinale costiero è un po’ defilato e non molto frequentato per escursionismo e separa il bordo meridionale della val di Vara, prima dalle valli di Levanto, poi dalle Cinque Terre, fino alle porte della valle della Spezia.
A Moneglia, inizia la zona varia e suggestiva, molto interessante, con sentieri che salgono e scendono dalle dorsali che delimitano le valli, tra i centri di Moneglia, Deiva Marina, Framura, Bonassola e, infine, Levanto. Sono borghi vicini, ma collegati tra loro da strade lunghe e tortuose: una situazione che ricorda quella delle Cinque Terre, anche se in un paesaggio molto diverso. E, in effetti, questa zona è stata a volte nominata “piccole Cinque Terre”; secondo me, a torto, dato che ha una sua individualità molto bene espressa, con le valli olivate di Moneglia e Deiva, la costa alta di Framura, la macchia mediterranea fino a Bonassola, con le sue belle frazioni e  lo sperone di monte Rossola, tra Bonassola e Levanto. Levanto è un bel borgo accogliente e i sentieri che percorrono la sua valle, attraverso le frazioni antiche, tra gli olivi, sono molto interessanti

La baia di Bonassola

Il borgo di Legnaro, nelle valli di Levanto

Le Cinque Terre

Levanto è anche la “porta” delle Cinque Terre, alle quali si entra attraverso il sentiero che passa da punta Mesco. Nomi forse troppo noti, anche soltanto per ripeterli: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Le Cinque Terre sono certamente uniche, ma anche talmente note da essere spesso troppo affollate. Vanno visitate, certo: chi non le conosce ne resta affascinato; la costa aspra e ripida modellata a terrazzi, molti dei quali ancora coltivati a vigneto, è un paesaggio unico al mondo. Ma per una vista da escursionisti, suggerisco di programmare qualcosa un po’ fuori stagione e di non trascurare i sentieri meno noti.
Quindi, dopo avere fatto il sentiero “costiero”, visto qualcuno dei santuari e quella cosa da non credere che sono i vigneti di Volastra, fatevi una camminata fino ai boschi del crinale, con viste sull’Appennino, che già vi impegnerà; se poi voleste, potreste anche scendere a visitare i piccoli borghi dell’entroterra, sul versante nord del crinale.
Avrete allora la panoramica completa di quest’area, in cui la vita dei centri costieri, che oggi rivendicano con orgoglio un po’ campanilistico la loro unicità turistica, deriva da un passato, ora invece dimenticato, in cui la loro economia era integrata, e dipendente, dalle risorse dell’interno.

Vernazza, in discesa dal santuario di Reggio

E questa è una delle classiche immagini di Manarola

Carpena, uno dei borghi dell’entroterra delle Cinque Terre

I vigneti terrazzati presso Volastra, in vista di Manarola

Tramonti e Portovenere

Più o meno al termine delle Cinque Terre, dal crinale costiero, che gira attorno al golfo della Spezia, si stacca la dorsale rocciosa e impervia che termina a Portovenere. E’ la zona straordinaria di Tramonti, con un primo tratto ancora terrazzato, ma con versanti così ripidi che i piccoli centri costieri sembrano incollati alla montagna, fino al borgo di Campiglia, sul crinale. Poco oltre, la costa è così ripida da avere impedito qualsiasi insediamento, e precipita al mare, fino a Portovenere, un centro ancora da non perdere ma ancora, di preferenza, da visitare fuori stagione. Un’appendice interessante, con bei sentieri, è l’isola Palmaria.  

Il borgo di Schiara, incollato alla costa di Tramonti

La costa tra Campiglia e Portovenere

La discesa spettacolare a Portovenere

Costa ligure di levante: tra La Spezia e la foce del Magra

Attorno alla Spezia

Per quanto possa sembrare singolare, e sarà una sorpresa, da non trascurare è la rete di sentieri che partono dalla città della Spezia o dalle sue frazioni, dalla parte di Portovenere. Molti di questi sentieri sono antiche mulattiere, che collegavano le frazioni collinari alla città, tra oliveti, proseguendo poi per il crinale costiero e le Cinque Terre o Tramonti, nella parte ovest del Golfo, oppure verso i centri della valle di Vara, nella parte centrale o, ancora, lungo spartiacque tra la valle del Magra ed il mare, fino al promontorio del Caprione, nella parte est. Percorrere i sentieri che circondano il golfo della Spezia, riserva certamente qualcosa di inatteso, con viste stratosferiche dell’alto Appennino, delle Alpi Apuane e, ovviamente, del porto e del mare.

 

Vista della città della Spezia, da monte Santa Croce, con lo sfondo dell’Appennino e delle Alpi Apuane

Una delle mulattiere storiche, che salgono dalla Spezia, a valicare il crinale costiero

Il promontorio del Caprione, fino a Bocca di Magra

Ma non è finita: oltre la città i sentieri passano a monte di Lerici, dove può venire voglia di scendere, a meno che non proveniate proprio da lì. Oltre il valico poco marcato di Pugliola inizia l’ultimo tratto di questo viaggio. Il promontorio del Caprione, tra il fiume Magra e il mare, è coperto da una bella rete di sentieri, ancora con viste sul mare, l’Appennino e le Apuane. Il versante mare è scosceso e poco accessibile con Tellaro, l’ultimo centro sul mare, che ricorda molto le Cinque Terre e con begli oliveti terrazzati. Poi, ci sono i borghi della Serra, a mezza costa e di Montemarcello, in cima al promontorio, che è coperto da una bella e unica vegetazione di pino d’Aleppo e ha luoghi appartati e un po’ fuori dal tempo, sull’altopiano attorno al monte Rocchetta.

Vista verso l’isola del Tino, attraverso i vicoli della Serra

Dall’altra parte del promontorio,  ci sono il borgo antico di Ameglia e Bocca di Magra, alla foce del fiume, ancora affascinante, anche se non com’era prima che la trasformassero in porto turistico. Tra questi luoghi, troverete sentieri di tutti i tipi, anche abbastanza impegnativi. E ancora terrazzi di sasso, centri abbandonati, oliveti, macchia, pineta e viste sul mare.

Una delle spiagge poco accessibili del promontorio del Caprione

La classica vista delle Alpi Apuane, di fronte a Bocca di Magra

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