Colloquio con una mosca

Colloquio con una mosca, in un pomeriggio d’estate

6 luglio 2009

F. passava un pomeriggio d’estate in casa, da solo. Le finestre erano socchiuse, per fare entrare un filo d’aria, ma non il calore della strada. Il silenzio era quasi totale, perché tutti erano in vacanza, e dava un po’ di malinconia.
Fu rotto dal ronzio di una mosca. Passava e ripassava.  F. cominciò a seguirla; quel lieve rumore faceva quasi compagnia. Poi la mosca sbattè contro il vetro della finestra. Riprese più volte la sua strada, ma ogni volta tornava lì, senza riuscire a infilare la fessura tra i battenti. A un  certo punto, forse un po’ stordita, si fermò. Cominciò a fare le classiche operazioni della mosca: le zampe dietro passate sulle ali, quelle davanti sulla testa, come per riprendersi dallo stordimento delle testate sul vetro.
F. continuava ad osservarla con simpatia. Era diventata la sua compagna. Chissà, forse la mosca si chiedeva “Ma cosa c’è qui che mi impedisce di volare e che io non vedo ?”. Poi riprese quello strano gioco di decolli e impatti col vetro.
F. era un po’ dispiaciuto che l’amica se ne andasse ma, per il suo bene, delicatamente la aiutò a uscire. La mosca finalmente volò libera, lontano, e non si vide più.
F. pensò di avere aiutato un’amica, così, senza pregiudizi o contropartite. Si sentiva parte dalla natura, del calore dell’estate, del volo della amica andata via, contento della sua buona azione.
Ripensandoci, però, considerò che, in fondo, non era stata poi del tutto disinteressata: aveva ricevuto compagnia dalla mosca e quasi quasi l’avrebbe lasciata sbattere sul vetro, per stare ancora un po’ con lei.
E poi, in fondo, la sera prima si era comportato diversamente con quella povera zanzara !

Colloquio con una mosca, in un pomeriggio d’estate. Filippo D’Antuono, piudimille.com. Tutti i diritti riservati