I luoghi dell’ Appennino di Reggio, Lunigiana e Garfagnana

(tra il passo del Lagastrello al passo delle Radici, e la Pania di Corfino)

Indice

I luoghi dell’Appennino di Reggio, Lunigiana e Garfagnana: una panoramica

Introduzione

In questa pagina c’è un tratto abbastanza lungo del crinale dell’Appennino, insieme ad alcuni gruppi laterali, ma molto vistosi. Sul versante nord, è tutto Appennino reggiano, schematicamente compreso tra i due valichi stradali del Lagastrello e delle Radici, con le valli dell’Enza e del Secchia. In corrispondenza, nel versante sud, troviamo invece l’alta Lunigiana orientale e l’alta Garfagnana.
Vediamo quindi alcune cose essenziali di questo tratto di Appennino, che comprende, tra l’altro, tre delle quattro cime che superano i 2000 metri, e altre ci si si avvicinano.

L’ambiente riposante delle sorgenti dell’Enza, a monte del lago Paduli, al passo del Lagastrello

Appennino di Reggio, Lunigiana e Garfagnana: tra il passo del Lagastrello e il passo del Cerreto

Il crinale dei Groppi di Camporaghena

Camporaghena è un piccolo villaggio ai piedi dei monti. “Groppi” è una parola che, in questa zona, indica qualcosa di aspro, tormentato, poco accessibile, almeno da un lato. Ecco che potete immaginarvi i Groppi di Camporaghena. E’ un crinale un po’ mitico, se non altro perchè è percorso dal più lungo sentiero attrezzato di questa parte di Appennino. Il crinale comincia al passo del Lagastrello e finisce al passo dell’Ospedalaccio, nei pressi del passo del Cerreto. Le sue “porte, sui due lati, sono il monte Acuto e il monte Alto, con in mezzo la Punta Buffanaro.

Il versante nord dei Groppi è caratterizzato da grandi faggete e grandi brughiere di mirtillo, oltre che da lame di roccia inclinate, vicino alle cime. Ma, soprattutto, da tre grandi bacini glaciali, che ne contengono altri più piccoli. A ovest, il bacino del lago di monte Acuto scende con numerose soglie e morene con interessanti torbiere, come i laghi Gora e Gonella. Al centro, c’è la grande valle dei Ghiaccioni, tra i Groppi e l’Alpe di Succiso, con tanti circhi più piccoli sui versanti nord dei Groppi. Infine, ad est c’è la conca pianeggiante delle sorgenti del Secchia, posto magnifico e frequentato. Tutti questi luoghi sono accessibili con alcuni sentieri dai due valichi, o del versante nord.

Punta Buffanaro ed i Groppi di Camporaghena, da Comano Castello

Il lago di monte Acuto, con lo sfondo dell’Alpe di Succiso e del monte Ventasso, da monte Acuto

Il discorso cambia sul versante di Lunigiana, dove i Groppi si mostrano nella forma che spiega il loro nome. Due vecchi sentieri che salgono direttamente al crinale, dal minuscolo borgo di Torsana o da Camporaghena sono ora quasi abbandonati e, comunque, riservati a chi voglia fare di queste cose, perchè fanno traverse esposte e pericolose. Resta possibile l’accesso alle due estremità, da Comano, Camporaghena o anche Sassalbo, con sentieri poco frequentati e decisamente interessanti.

La vista dei Groppi, dal sentiero che sale da Torsana verso monte Acuto

Il monte Alto, da passo dell’Ospedalaccio

Vediamo le tre cime principali, sulle quali è possibile salire anche evitando i tratti attrezzati.

Il monte Acuto è apparentemente poco appariscente, ma è molto panoramico ed interessante. Potete raggiungerlo facilmente dal passo o dalla diga del Lagastrello, o dal passo del Giogo, oppure da qualcuno dei sentieri del versante nord. Il piccolo lago alla sua base è un ambiente molto bello.

La sella ad ovest di Punta Buffanaro è raggiunta da un sentiero tra massi, che parte dal crinale che separa le conche di lago di monte Acuto e dei Ghiaccioni, dove potete arrivare da uno dei punti di partenza del versante nord. L’ultimo tratto, dalla sella alla cima, è breve ma non banale, per la pendenza ed una certa esposizione lungo il pendio molto ripido.

Sul monte Alto potete salire senza grandi difficoltà soltanto passando da passo di Pietra Tagliata, alla testata della valle del Secchia. Tutti gli altri accessi sono comunque un po’ impegnativi.

L’ampio crinale erboso sulla cima di monte Alto con la vista di Punta Buffanaro e monte Acuto

La valle delle sorgenti del Secchia, dalla discesa da monte Alto a passo di Pietra Tagliata

Infine, il mitico crinale. In realtà, il sentiero che lo percorre si tiene sempre sul versante nord, decisamente meno ripido rispetto a quello di Lunigiana. Nei tratti più esposti e, soprattutto d’inverno, difficili, è attrezzato con cavi d’acciaio. Percorrerlo con le attrezzature adeguate non è quindi particolarmente complicato, e dà molta soddisfazione.

I versanti di Lunigiana dei Groppi: vista da Punta Buffanaro verso monte Alto

Un tratto molto ostico del crinale che sale a monte Alto; ma è possibile evitarlo

L’Alpe di Succiso ed il monte Casarola

Ecco il primo “2000”: l’Alpe di Succiso è la prima montagna del lungo crinale che parte da monte Alto, va a nord -est e termina praticamente col monte Ventasso. Dal versante del Secchia vedete l’Alpe di Succiso come una  semplice, elegante, prominenza del crinale, bene diversa dall’imponenza del Casarola che, del resto, i 2000 li manca di poco. Vista dal versante dell’Enza, o dal crinale parmense, l’Alpe di Succiso appare invece come una grande montagna. E’ un monte frequentatissimo, anche perchè raggiungibile senza grandi difficoltà. La vista è davvero straordinaria, col crinale dei Groppi di Camporaghena e i suoi circhi glaciali di fronte, il mare, dietro a monte Alto, il grande circo glaciale di monte la Nuda, oltre il passo del Cerreto, e tante altre montagne di buona parte dell’Appennino.

Il circo glaciale di monte La Nuda e le Alpi Apuane, dalla cima dell’Alpe di Succiso

Il monte Casarola si alza per quasi 1000 metri dal fondovalle del Secchia e, quindi, è quello che vi colpisce. Dal monte Casarola passa uno degli itinerari più frequentati per salire all’Alpe di Succiso, che è  molto vicina. E’ però una meta che vale anche da sola, e consente di impostare begli itinerari circolari.

Valle glaciale dei Groppi di Camporaghena, con lo sfondo del golfo della Spezia, dall’Alpe di Succiso

La cima di monte Casarola, con lo sfondo di monte Ventasso

Il monte Ventasso

Il crinale del monte Casarola discende a passo Scalucchia, un punto di partenza affollato per salire al monte, poi continua, in un ambiente di prati e boschi fino a passo Pratizzano. La zona dei pascoli di Valbona è magnifica, con la vista di tutte le montagne attorno.

Oltre passo Pratizzano, il crinale si alza ancora, col monte Ventasso. Ha una forma inconfondibile, lo vedete sempre, da tutte le direzioni; è un montagna molto bella, raggiungibile in breve dagli impianti di Ventasso laghi oppure, con percorsi più lunghi, che non fa quasi nessuno, dai paesi della valle del Secchia, Cervarezza, Busana, Vallisnera, Nismozza o da Ramiseto. Il lago Calamone, ai piedi del monte è molto bello, ma può essere incredibilmente affollato nei giorni di punta.

 

La forma inconfondibile del monte Ventasso e i pascoli di Valbona

Il lago Calamone può essere un posto molto piacevole, fuori dai giorni di punta

Appennino di Reggio, Lunigiana e Garfagnana: tra passo del Cerreto e passo Pradarena

E’ un tratto abbastanza breve, ma che segna il confine, nel versante sud, tra Lunigiana e Garfagnana, con cambiamenti anche significativi.

Tra il monte La Nuda e Cima Belfiore

Il monte la Nuda, col suo grande circo glaciale, domina il passo del Cerreto. Cerreto Laghi è una delle tante località sciistiche ormai in declino, che però attira molte persone, perchè ha negozi, ristoranti, alberghi. Quindi, le escursioni al monte La Nuda, sono molto frequentate. D’estate, la seggiovia può portare in quota una quantità di persone. Ma, basta spingersi un po’ più in là, verso Cima Belfiore, che tutto torna tranquillo.  Le passeggiate nei boschi tra il bel borgo di Cerreto Alpi, il passo ed il laghi glaciali della zona, come i laghi Pranda e Padule, sono molto piacevoli.

 

 

La classica vista del Gendarme, dalla cima di monte La Nuda

Le Alpi Apuane, da Cima Belfiore

Il lago Padule, con lo sfondo dell’alta valle Rosaro

Il monte Tondo ed i versanti di Lunigiana e Garfagnana

Ancor una volta, raggiungere il crinale dalle valli di Lunigiana è cosa ostica. Un sentiero ancora ci sarebbe, che parte dalla strada del Cerreto, ma la parte finale è molto impegnativa, non per tutti.

La valle del torrente Mommio è percorsa da piste e sentieri che passano in posti anche molto belli, ma non raggiungono il crinale; vale però la pena esplorarli un po’.

Poi, da cima Belfiore, parte il crinale che divide la Lunigiana dalla Garfagnana, arrivando al passo Carpinelli, attraverso monte Tondo. Il monte Tondo è molto bello e panoramico: l’ultimo tratto di alta montagna Appenninica, sul crinale che porta poi alle Alpi Apuane.

Il versante di Garfagnana è meno impervio, ma ancora solitario; il suo fascino è dato anche dai molti villaggi, tra la foce dei Carpinelli e Sillano, molti dei quali non offrono più niente, a parte la suggestione dei posti, e non è poco.

Il monte Tondo, con lo sfondo del Cavalbianco e del Cusna

L’ambiente suggestivo dei prati di Massiciano, nelle valli di Mommio

Il monte Cavalbianco

Ho dedicato un paragrafo a questo monte, che è tra i miei preferiti. Si stacca dal crinale principale, vicino al passo di Pradarena, da dove è raggiungibile con una breve escursione. Infatti ci vanno in tanti, andata e ritorno per lo stesso sentiero. In realtà il monte Cavalbianco ha due bellissimi circhi glaciali e un crinale movimentato, che vale la pena percorrere con un percorso ad anello.. Dalla valle del Secchia, poi, è un monte imponente, con una siluette inconfondibile,  che si alza, anche lui, per 1000 metri dal fondovalle.

La vista del monte Ventasso, dal crinale di monte Cavalbianco

Appennino di Reggio, Lunigiana e Garfagnana: il gruppo del Cusna, Alpe di Vallestrina, Ravino

Il monte Cusna è la seconda cima per altezza dell’Appennino settentrionale. Fa parte di un crinale articolato, che si stacca da quello principale al passo di Lama Lite. Poi, dal Passone, si divide in due rami: quello ad ovest comprende il Cusna e poi le sue appendici settentrionali dei monti Cisa e Prampa; quello ad est, l’Alpe di Vallestrina ed il monte Ravino. Tra queste dorsali e il crinale principale, ci sono le alte valli dei torrenti Ozola e Dolo.

Inutile dire che il Cusna è molto frequentato, con il fascino dei suoi 2100 metri. In effetti offre una vista spettacolare del crinale principale, delle Alpi Apuane, che sbucano dietro, e anche uno scorcio di mare, quando la visibilità lo permette. Potete raggiungerlo salendo da molte parti diverse, con itinerari di diverso impegno: potete partire dai paesi, Ligonchio, Casalino, Febbio, Civago, o dai punti di avvicinamento di Presa Alta o passo Cisa; tornare, quindi, difficilmente diventa noioso.

Il Ravino e l’Alpe di Vallestrina sono più bassi e più defilati; proprio per questo, hanno il loro fascino, che dipende anche da bei circhi glaciali di entrambi i versanti: belle escursioni, alcune in ambiente solitario e su sentieri poco noti. 

La forma caratteristica del monte Cusna, visto da monte Cisa

La discesa lungo il crinale sommitale di monte Cusna

L’Alpe di Vallestrina ed il monte Ravino, dal Passone

Il Cusna e l’Alpe di Vallestrina, dalla cima del monte Ravino

Appennino di Reggio, Lunigiana e Garfagnana: tra passo di Pradarena e passo delle Radici

Questo lungo tratto finisce già in territorio della provincia di Modena. Trovate qui l’unico “2000” del crinale principale e la sorpresa del gruppo laterale Pania di Corfino. 

Il monte Sillano e le Porraie

Se dovessi dire quale sia il monte più trascurato rispetto a quello che può offrire, direi sicuramente il Sillano. E’ panoramico, sul Cusna, le Apuane, l’alta valle del Secchia; ha sul versante nord due circhi glaciali spettacolari; può essere raggiunto con relativamente poco sforzo da passo Pradarena, o con percorsi po’ più lunghi, ma molto belli, da Ligonchio o, con itinerari un po’ più solitari, da alcuni borghi della Garfagnana. Eppure non ci vanno in molti.

L’ampio circo glaciale di monte Sillano

Il Sillano continua poi nel bel crinale movimentato e panoramico delle Porraie, che scende infine a passo Romecchio e alla Focerella, due “porte” dell’alta valle dell’Ozola attraverso le salite dalla Garfagnana.

Il crinale delle Porraie ed il monte Sillano

Colori autunnali delle brughiere di mirtillo verso passo Romecchio

Il gruppo del Prado, fino a passo delle Forbici

Oltre la Focerella, il crinale si alza nel monte Castellino, prosegue largo e quasi pianeggiante e poi sale al monte Prado, l’unico “2000” sul crinale principale. Dalla sua cima, avete le Apuane di fronte, e il Cusna dall’altra parte, la Garfagnana e la Pania di Corfino sotto di voi, vedete tante montagne di Appennino. Quindi, il Prado è proprio una bella meta; per arrivarci, comunque, un po’ di fatica dovete farla.

Oltre il Prado, il crinale principale prosegue ancora alto fino a monte Vecchio, dove incrocia la dorsale che, passando per monte Bocca di Scala, scende al valico di Campaiana, che è uno dei punti di accesso più vicino per raggiungere il crinale.

Il monte Prado, visto dal crinale del Cusna

Poi inizia a scendere, con molti su e giù, fino all’ultimo tratto boscoso che arriva al passo delle Forbici,  raggiunto dalla pista che sale dalla zona di Casone di Profecchia.  Tra l’altro, Casone di Profecchia è un altro buon punto da cui potete salire al crinale e poi al Prado, attraverso il valico di Bocca di Massa.

Sull’altro versante, in alta valle del Dolo, trovate moltissimi sentieri che, partendo da Civago, bel borgo montano, per vie un po’ diverse, vi fanno arrivare al passo di Lama Lite, da cui potete salire al Prado, anche passando per il laghetto della Bargetana.

 

Vista delle Alpi Apuane, dalla cima di monte Prado

Il monte Cusna, il lago della Bargetana e l’alta valle d’Ozola, dal monte Prado

La Pania di Corfino

La Pania di Corfino è il più grande dei rilievi di calcare, sulla sinistra del Serchio. Dal versante di Garfagnana i suoi dirupi sono quello che vi attira. Se la vedete invece dal crinale principale, vi appare come una riposante dorsale erbosa. Quindi potete prenderla nel modo che preferite. Salite da Corfino o dall’Orecchiella e avrete il suo lato selvatico; partite da Campaiana e ne godrete invece l’aspetto più rilassante. Dalla cima, comunque, la vista non vi mancherà. Corfino è un paese antico, da non perdere. Campaiana è un’antica zona pastorale, con tante case di sasso, ora restaurate. Io l’ho vista quando ancora erano in abbandono. Non  saprei dirvi se avesse più fascino allora.

Il versante sud della Pania di Corfino, e una delle vecchie capanne col tetto di canne

L’Orecchiella è una molto interessante, in cui grandi foreste di alternano a spazi a prati, caratterizzata anche dalla presenza di alcuni antichi insediamenti ex pastorali, in cui rimangono, ora restaurate antiche capanne di sasso col tetto di canne.    

Le Alpi Apuane, dalla cima della Pania di Corfino

Uno scorcio di Campaiana

Nei pressi di passo delle Radici

Il passo delle Forbici è collegato da una pista a passo del Giovarello; tra i due valichi c’è monte Giovarello, che ha la cima aperta e un circo glaciale occupato da bosco, sul versante nord. Oltre passo del Giovarello il crinale entra in territorio modenese, fino al valico stradale delle Radici. Questo ultimo tratto è facilmente accessibile, ma non molto frequentato, anche se ha il bel punto panoramico dell’Alpicella delle Radici, con vista ormai su buona parte del crinale modenese. Anche l’avvicinamento a passo del Giovarello via le zone dei Prati Fiorentini, con l’oratorio di san Geminiano, e le torbiera di  Maccherie è molto bello.

Il monte Giovarello, con lo sfondo dell’alto Appennino modenese

La vista sulle montagne modenesi, dal crinale tra passo del Giovarello e passo delle Radici

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