Esperienza sensoriale con edera

Ricordi attraverso il tatto

2 maggio 2020

Non c’è dubbio che questo sia stato un periodo ideale per rallentare e dare la giusta considerazione a posto altrimenti trascurati.
Tra i quali metto una specie di paradiso di primavera non lontano dalla mia casa, a Cesena, spesso visitato ma quasi mai davvero considerato. E’ anche un regno dell’edera. Adesso il tempo c’è e l’umore chiama a rallentare e sostare. Lì le edere si arrampicano fino alla cima degli alberi, e i loro tronchi sono diventati così spessi da reggere i tronchi ormai n declino degli alberi stessi. Ma i tronchi dell’edera conservano ancora i resti delle radici aeree.
Dopo essermi guardato un po’ attorno, la conversazione è nata dal contatto sensoriale con queste radici. Una sensazione ispida, che rivestiva i tronchi rampicanti duri e robusti.

Il contatto sensoriale con i fusti delle edere, lungo il Savio

Sono rimasto abbastanza tempo per iniziare un viaggio con la mente, ispirato da questa sensazione al tatto così particolare, attraverso il ricordo sensoriale di percezioni simili, ma date però da tutt’altri esseri, in tempi e luoghi diversi

Esperienza sensoriale con edera. Filippo D’Antuono. piudimille.com. Tutti i diritti riservati

L’erba secca d’inverno, alle pendici di monte Matto, località Pianelle di Lola

Il cane di mia sorella, tanti anni fa a Bologna; si chiamava Lola, sarà un caso ?

Un bovino delle Highland, incontrato però a Busana